La Gioia del Vangelo

Quanto è importante saper discernere il bene dal male. Oggi questo testo del Vangelo lo sottolinea benissimo. Questo nostro scegliere, nel nostro quotidiano, diventa l’albero della vita, l’albero del bene e del male, l’albero della nostra esistenza che porta frutti di bene o di male. I frutti sono le nostre scelte, sono il terreno su cui giocare la nostra capacità di cogliere il bene e di perseguirlo. Attraverso questo brano di Vangelo siamo chiamati a guardarci dentro, siamo chiamati ad essere veri con ciò che diciamo e non di dire una cosa e poi farne un’altra, se no questi ultimi sono i frutti non buoni. Dobbiamo incarnare il Vangelo in Spirito e Verità, dobbiamo fare il Vangelo altrimenti ci presentiamo al mondo in veste di pecora, ma dentro siamo lupi rapaci. Allora mi chiedo: quello che io dico di vero chiama davvero me alla conversione? A cambiare vita, a volgermi al Signore? E chiama gli altri a questo? Altrimenti la veste esterna cioè le parole sono da agnello, ma dentro invece è lupo rapace. Questo è il falso profeta di cui oggi ci parla il Vangelo. Penso anche all’immagine del fico che è il frutto tipico della vigna che è il popolo, che è l’amore di Dio e del prossimo, che è un frutto da portare sempre in qualunque stagione, per dodici mesi all’anno.

Stasera mi fermo ad un prolungato esame di coscienza e cerco di capire i frutti di questa giornata, che frutti sono nati? Rovi e spine? Tribolazioni? Oppure uva e ci sono fichi sull’albero quindi frutti buoni?