In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Commento
Gesù non stava mai fermo, era sempre sulla strada; siamo invitati a fare altrettanto. Ma non serve percorrere strade particolari: “strada facendo”, ovvero mentre percorriamo le strade della vita ordinaria, dove lavoriamo, in famiglia, in ogni luogo. Mentre camminiamo dobbiamo evangelizzare “sine glossa”, come diceva San Francesco, soprattutto con il nostro modo di vivere.
“Il regno dei cieli è vicino”: dobbiamo essere uomini e donne di speranza, qui ed ora. Pieni di gratitudine per ciò che abbiamo ricevuto da Dio, pronti a restituirlo ai fratelli gratuitamente.
Non dobbiamo preoccuparci di nulla, Gesù ci invia e provvede a tutto, non dobbiamo avere preoccupazioni, serve un cuore libero e disponibile. Serve essenzialità.
Lui ci dà potere sul male. Possiamo guarire i malati, risuscitare amici piombati in situazioni di morte, recuperare relazioni che sembravano inaridite. Gesù ci dice: “voi farete cose più grandi di me”, possiamo sperimentare la verità di queste parole.
Nella nostra missione di evangelizzazione, Gesù ci libera dalla schiavitù del risultato. Lascia la libertà di un rifiuto. Non sta a noi giudicare, non dobbiamo essere come Giacomo e Giovanni che chiedono di far scendere un fuoco dal cielo a chi non li accoglie.
Oggi rifletto sul mio modo di evangelizzare, mi libero dalle aspettative del risultato, rendo grazie per tutto ciò che ho ricevuto gratuitamente e lo restituisco agli altri.
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