La Gioia del Vangelo

Cosa può fare un uomo solo nel deserto? Quale smarrimento e angoscia può provare? Quale arsura di giorno e quale freddo notturno può sperimentare? A quali compromessi può scendere pur di aver salva la vita? Penso ai miei angoli di cuore “deserti”, zone aride in cui si consuma la lotta con lo spirito maligno, egoismi che dividono l'animo, l'accidia quotidiana che mi blocca. E poi ripenso ai tanti tempi di deserto della mia vita, di vuoto di senso, di sete inestinguibile, di solitudine e di lotta, di assenza di Dio. Eppure nel vuoto si faceva spazio il discernimento, nel silenzio affinavo l'udito per i sussurri, imparavo a distinguere i miraggi dalle sorgenti vere. Senza sete, solitudine e sabbia non sarei arrivata a riconoscere la voce di Dio. Capisco perché il luogo più inospitale della terra è stato luogo dove Israele ha imparato a fidarsi della promessa e dove i primi Padri hanno deciso di ritirarsi per incontrare il Signore. Solo dopo la prova della nostra fede, come Gesù, possiamo ritornare fra gli uomini con un volto nuovo, con parole nuove, con la gioia di una promessa di amore.
Sono capace di addentrarmi nei miei deserti? Oppure li ignoro e li soffoco con voci, presenze, impegni, oggetti? Sono capace di sostare e fare silenzio dentro per riconoscere la voce del Signore?

Oggi mi ritaglio dieci minuti di silenzio e solitudine contemplando un'icona o un crocifisso, chiedo al Signore che questo tempo di Quaresima sia un deserto fecondo per la mia vita.