In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.
Commento
Quante volte chiedo a Dio un segno, spesso però lo faccio per mancanza di fede, come se volessi dire: “Tu batti un colpo se la scelta che devo fare è giusta, se la preghiera che faccio sarà esaudita, se quello che chiedo sarà fatto”, in modo che io possa ricevere un "input dall'alto" e sentirmi sicuro. Ma sicuro di cosa? Vorrei che Dio potesse esaudire e fare quello che sto chiedendo e nient’altro. Piuttosto quelle volte che, con umiltà, mi metto davanti a Lui con il cuore aperto e certo che in quel momento mi stia ascoltando, nonostante possa essere sofferente o arrabbiato, nonostante la mia fede sia spesso ridotta ad un lumino, allora tutto può essere segno della Sua presenza. A quel punto non mi servono più delle dimostrazioni eclatanti, piegate alla mia volontà, che rischiano solo di essere come delle segnaletiche a senso unico. Con il Suo aiuto posso ampliare la mia "segnaletica" e vivere in modo diverso, stupendomi spesso di poter vedere la Sua Presenza anche nelle piccole esperienze quotidiane, perché come ci dice madre Teresa: “Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande Amore".
Oggi recito un’Ave Maria senza chiedere nulla ma affidando a Lei, secondo il Suo cuore, la mia preghiera.