In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Commento
Sguardi, cuore, mani… pensieri, sentimenti, azioni… Su cosa fermo la mia attenzione? Tutto si gioca a partire da lì… Che dolore leggere che mentre Gesù sta parlando della sua dolorosa Passione e preannuncia il dono totale di sé per la nostra salvezza, i suoi amici in parte son presi dal proprio egoismo e tornaconto; altri invece stanno ad osservare i compagni con indignazione. Eppure Gesù non si scandalizza, non condanna e con benevolenza rilancia la posta in gioco. Ed io dove mi colloco? Cosa abita nel mio profondo? Gesù oggi non si scoraggia nemmeno di fronte al mio peccato: conosce e accoglie tutte le fragilità e debolezze del mio essere, invitandomi a seguirLo nella via del servizio. Sì, Colui che ha pagato il prezzo della mia redenzione sa bene che il male divide, allontana, produce solitudine e fa star male non solo chi lo riceve, ma anche chi lo pratica; diversamente chi sa vivere il dono gratuito di sé (nell'amore che si fa servizio e cura) avvicina, mette in relazione e suscita comunione e gioia profonda per sé e per gli altri.
Oggi, in silenzio davanti al Crocifisso, mi ritaglio un po’ di tempo per far verità sui miei pensieri e atteggiamenti. Mi preparo così a chiedere e ricevere l'abbraccio paterno attraverso il sacramento della Confessione per riprendere il cammino con nuovo slancio e gioia.
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