In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Commento
Spirito Santo scendi su di me ed entra nel cuore, svuotalo da ogni tribolazione e riempilo del Tuo Amore.
Ogni volta che leggo questo brano del Vangelo di Matteo mi viene sempre in mente la splendida rappresentazione che ci ha offerto il Caravaggio con il suo dipinto: "La vocazione di san Matteo". Chi ha avuto la fortuna di vedere dal vivo questo quadro ricorda sicuramente quel fascio di luce che, partendo dall'angolo destro sopra il capo di Gesù, punta dritto verso Matteo. L'autore, come suo solito, ha voluto ricercare quel momento di massima tensione drammatica dove Gesù sta per pronunciare quel fatidico: "Seguimi", che darà una svolta alla vita di Matteo.
Questa volta però nel meditare il brano la mia attenzione è caduta sul versetto successivo dove Gesù siede a mensa con i pubblicani e peccatori. Seguendo la rappresentazione del Caravaggio immagino Gesù che dopo aver indicato Matteo si siede al tavolo di questa taverna e ride e scherza con lui e i suoi compagni. Gesù è così, è di tutti e per tutti. Si siede, sta al gioco e si sporca le mani. "Misericordia io voglio e non sacrificio": Gesù ci vuole felici! Ci vuole aperti aperti al mondo, con i nostri limiti e difetti. Lui ci invita ad essere noi stessi a tutto tondo come Lui lo è stato, e allo stesso tempo ad accettare gli altri per quello che sono.
Riesco sempre a vivere la mia vita appieno per come sono e ad accettare le persone che incontro?
Oggi dedicherò qualche minuto del mio tempo a scrivere su un foglietto chi sono, chi mi sento, un po' come quando ci veniva chiesto da piccoli di fare la nostra descrizione.
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