La Gioia del Vangelo

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martedì 26 dicembre 2023

Santo Stefano, primo martire

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Dal Vangelo di Matteo 10,16-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un'altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo».
Commento
Dopo la gioia del Natale, oggi ci troviamo di fronte la figura di Santo Stefano, accusato falsamente e lapidato brutalmente, che nel buio dell’odio è stato capace di far splendere la luce di Gesù.

Testimone di Gesù, è il primo martire di una lunga schiera di fratelli e di sorelle che, ancora oggi, continuano a portare luce nelle tenebre, a rispondere al male con il bene, accendendo l’alba di Dio nelle notti del mondo. Tutti siamo chiamati ad essere testimoni, in virtù del Battesimo ricevuto, dell’esperienza di essere salvati da Gesù e raggiunti dal Suo amore. Santo Stefano oggi ci ricorda che la testimonianza non può essere un accessorio della nostra fede, ma è insieme un "diritto-dovere" di ogni cristiano, che deve interpellare anche me: “Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile” (EG 14).

La vita del cristiano non è una vita edulcorata, spesso porta con sé sofferenza, dolore e contrarietà. Viviamo in un tempo non più caratterizzato da un tessuto cristiano, ma l’ambiente non può essere una scusa per non evangelizzare, per non portare nel mio quotidiano la personale testimonianza dell’amore di Dio che salva. Il Vangelo ci dice che il Signore ci manda «come agnelli in mezzo ai lupi», ma allo stesso tempo ci ricorda: «non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi».

Mi è capitato di rendere testimonianza della mia fede? Che cosa mi frena nel farlo?

Spirito Santo, rendimi capace di far brillare la Tua luce e di annunciare che il Signore è venuto nel mondo per portare la luce vera ad ogni uomo. Fa che io possa farmi testimone del Tuo amore verso un mio fratello.
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