In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».
Commento
Non è facilissimo mettere in discussione le proprie certezze, spesso mi pare impossibile sbagliare su quel che credo vero e di cui sono assolutamente certo; giudicando il mondo e gli altri sulla base del poco che il mio occhio riesce a raggiungere. Gesù mi richiama ad un’umiltà di base, un'umiltà che mi renda consapevole che i miei occhi sono esposti alla polvere, alle pagliuzze e anche alle travi. Dio desidera che il mio sguardo e il mio cuore siano sempre aperti alla realtà, liberi sia dall’illusione di essere perfetti che dalla paura di vacillare. Egli non chiede a noi l’abbandono radicale di ogni certezza, né di non agire perché siamo imperfetti, piuttosto ci invita a quell’atteggiamento di fondo, umile, che ci faccia guardare senza pregiudizi, con gli occhi sempre totalmente aperti, agli altri, al mondo e a noi stessi. Questa apertura è fede in Dio Padre che ama me ed i miei fratelli. Io che cos’ho provato e come ho reagito quando mi è capitato di sbagliare su qualcosa di cui ero assolutamente certo?
Oggi proverò a soffermarmi su un ammonimento che potrei ricevere in famiglia o nella mia attività, lo renderò preghiera per scoprire progressivamente il disegno che sono chiamato a realizzare.