La Gioia del Vangelo

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lunedì 10 luglio 2023

Lunedì della XIV settimana del tempo ordinario

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Dal Vangelo di Matteo 9,18-26
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Commento
Quante volte ti cerco Signore, quante volte ho bisogno del tuo conforto, ma spesso non riesco a vederti tra le mille faccende della vita. Eppure in questo brano, trovo una grande speranza: due persone così diverse che, per fede, mettono in gioco la propria dignità per trovare Gesù. Una donna da tempo malata, che supera la fatica della malattia, metafora della vita, per incontrare Gesù. Il padre che guadagna l’attenzione di Gesù, spogliandosi dell’orgoglio, dell’autorità che ricopre e della sua sapienza, per mettersi a nudo davanti a Dio. Dentro le sue parole sta la certezza della fede: “imponi la mano su di lei e vivrà”. Nella vita c’è sempre un elemento di sofferenza, un elemento che fa parte della stessa felicità la quale, senza di esso, è incompleta. E infatti, entrambi incontrano questa felicità: un Dio che nella sua amorevole paternità li premia e premia tutti noi quando, lasciate le nostre reti, ci mettiamo in ascolto della Sua voce. Noi ci aspettiamo tanto da Lui...ma sappiamo come e dove cercarlo? Abbiamo la caparbietà, la speranza e la fede completa nella ricerca di quell’uomo? Non dobbiamo andare lontano… l’intervento divino, l’azione dello Spirito, non avvengono mai con un evento eclatante, ma con un semplice atto umano: “Egli prese la sua mano”. L’umanità di Gesù, che possiamo incontrare ogni giorno nelle persone che ci circondano, non tradisce; anche quando deve manifestarsi come figlio di Dio, Egli è coerente con il suo essere uomo, con il suo esserci vicino. La sua mano distesa è rivolta a noi e spetta solo a noi, alla nostra libertà di figli, stendere la nostra mano per stringere la Sua.

Donami Gesù, la perseveranza nel cercarti, la fede e la speranza nell’attenderti, l’umiltà nel riceverti, perché anche io possa finalmente “stringere la tua mano e toccare il tuo mantello”.
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