In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andata via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Commento
Ogni volta che ti lasci leggere dal Vangelo, ti trovi sempre davanti ad un orizzonte così “eccessivo” da lasciarti sempre un po' titubante, ma così affascinante da non poterti
sottrarre al tentativo di sperimentarlo. Il brano di oggi, ad una prima lettura mi sembra così “fuori” nella sua normalità, che mi verrebbe da chiedermi come può coinvolgermi: Gesù compie i suoi miracoli, ma io? Poi però emerge un verbo: “esserci”. Per toccare occorre esserci; per chiedere occorre esserci, non lo si può fare per procura, non con Gesù. Esserci per chiedere, perché la vita e la salvezza non vengono conquistate: non vi è una sommatoria di meriti per acquisirla, serve invece una fede ed un’umiltà finalmente liberante. Quanto costruisce il “chiedere", è forse l’apice dell’amore. Cosa ha rappresentato per la Samaritana la richiesta di Gesù: “dammi da bere”? Chiedere all’altro è l’opportunità di immettersi sul percorso dell’amore, e con una umiltà che finalmente rende liberi. Gesù sa esserci, per stare o camminare, fianco a fianco, con tutti coloro che, a prescindere dal ruolo occupato, sanno farsi ultimi davanti a Colui nel quale hanno visto l’apice dell’amore. Quanto distano questi tempi di Whatsapp, di Zoom, di Instagram da quella fisicità esibita, patita e donata in redenzione dal Verbo fatto carne che ha preso casa in mezzo a noi.
Oggi rinuncerò a molti messaggi a favore di una visita a tu per tu, certo che Gesù coprirà al meglio i miei limiti nella relazione con l'altro.
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