La Gioia del Vangelo

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venerdì 10 aprile 2020

Venerdì della Settimana Santa

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Dal Vangelo secondo Giovanni 19,17-37
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Commento
Quanti dubbi ci assalgono in questi giorni di isolamento, di sofferenza e di prova: “Ce la faremo? Quando finirà tutto? Perché proprio a me? Dov'è Dio?”. A questo momento di difficoltà si aggiunge con il Vangelo di oggi il momento più buio della Quaresima.

Come i sommi sacerdoti dubitano di Gesù, così anche noi rischiamo in questo periodo di perdere la fiducia in Dio, o anche solo di sentirci abbandonati da Lui.Gesù è costretto ad intraprendere il cammino al calvario portando la Sua croce. Questa enorme croce pesante lo schiaccia e lo fa soffrire.Non ci sentiamo un po’ anche noi così in questi giorni? Chiamati a vivere un momento del tutto inusuale, che ci appare più grande di noi e delle nostre capacità?Gesù per primo ci insegna come portare la croce (o meglio le croci, quelle di tutta la vita) e che ad ognuno viene affidata una croce in base al peso che può portare. Dio non ci chiede di fare nulla di più di quello che possiamo fare. Gesù confida in Dio nella sofferenza, perché sa che verrà da Lui salvato.Dio c’è anche per noi, ci sostiene come ha fatto con Gesù. Sta solo a noi tendergli la mano, confidare in Lui e farci aiutare.

Oggi mi ritaglio almeno dieci minuti di silenzio per contemplare la Croce di Gesù, chiedendo al Padre di sostenermi nel cammino con la mia croce.
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