La Gioia del Vangelo

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martedì 14 ottobre 2025

Martedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario

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Dal Vangelo di Luca 11,37-41
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Commento
Spirito del Dio Vivo vieni in me, guida e custodisci il mio parlare e il mio agire.

Quante volte anche io, purtroppo, come il fariseo mi soffermo all’esteriorità di qualche gesto e di qualche azione. E mi cruccio quando poi rifletto sull’accaduto e mi accorgo che l’esteriorità, è appunto pura esteriorità, rimane tale e nulla di più. Non costruisce e non porta a nulla. Anzi spesso porta alla divisione, allo scontro. E quando accade questo vi è la presenza del divisore che per eccellenza sappiamo essere il diavolo.
Troppo spesso anche nelle nostre comunità parrocchiali vi è il rischio di cadere in questa trappola mentre si è attivi nell’organizzare un evento comunitario ed ancor peggio quando accade nella preparazione di un momento di preghiera o di una liturgia.
È un rischio forte, purtroppo molto frequente e assai pericoloso.
Lo è ancor di più quando si avverte che si sta andando fuori strada ma, super presi dal continuare a battersi nel curare l’aspetto estetico ed insistere a battersi per questa direzione e non ci si sofferma a riflettere, a sostare in preghiera (magari perché pensi che in quel momento perderesti del tempo). Ecco che ciò diventa deleterio.
Parecchie volte ho vissuto queste circostanze ed in situazioni prettamente liturgiche. Una volta da adolescente ho preferito fuggire, proprio perché mi sentivo impotente davanti a tanto di costruito curando solamente l’aspetto estetico: non riuscivo a starci in quella situazione e dissi al don: "io domenica non ci sarò!". Ho preso al balzo un invito di conoscenti e andai in montagna a Livigno.
Quante altre situazioni vissute in cui poi capivo che era buona cosa battersi, spendersi, magari anche venire preso in giro. Perché dopo essersi fermato in preghiera, ti si smuove dentro quella forza bella e buona che non puoi non condividere. Ed anche se non vieni ascoltato ed ancor di più magari anche deriso, sai che questo è quanto chiede il Signore nel Vangelo.
Sono consapevole che la mia vita di credente è sempre un camminare in salita, con tanti ostacoli e fatiche e che ciascuna di esse, se affidata al Signore, non è mai vana ma anzi mi fa crescere?

Se oggi sono coinvolto in una situazione simile, mi impegno a fermarmi, anche incurante del possibile giudizio altrui, ed entro in preghiera e non esito a far parlare lo Spirito.
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