La Gioia del Vangelo

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lunedì 13 ottobre 2025

Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario

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Dal Vangelo di Luca 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Commento
Spirito Santo, donami occhi e cuore capaci di riconoscere la presenza del Signore Gesù!

Ancora una volta Gesù dimostra di non avere mezzi termini: il suo duro rimprovero si rivolge ad una generazione che crede di aver già conosciuto Dio e addirittura di averlo anche superato. Non è forse questo anche il comun denominatore della predicazione di tutti i profeti? Infatti, a Gesù non interessa condannare per il gusto di farlo ma a Lui sta a cuore l’autentica ed effettiva conversione dell’uomo. Noi spesso abbiamo una visione piuttosto “ovvia e limitata” di peccato: basta non aver commesso atti gravi ed allora siamo “a posto”. C’è ben di più: Gesù mette in guardia dal grave pericolo di saper già tutto di Dio, di piegarlo a nostra immagine e somiglianza e di cercare e/o chiedere segni che non corrispondono davvero alla volontà del Padre. Da qui il rischio di una vita spirituale ipocrita, cioè a due facce: esternamente si prega e si cerca Dio ma, internamente, si vuole solo la propria realizzazione personale. Si va quindi in cerca di fatti, eventi, occasioni, persone solo per compiacere sé stessi. Tuttavia, non si sta cercando realmente Dio e non si interloquendo con Lui. Il risultato è quindi la condanna: il castigo non viene da Dio ma dall’esito di una ricerca che ha messo al centro sé stessi e ha chiesto "segni" solo per soddisfare i propri desideri personali. Mi chiedo: quanto realmente desidero la conversione del cuore?

Nella giornata di oggi mi impegno a connotare la preghiera personale dall’esercizio dell’ascolto e della risonanza della Liturgia della Parola, mettendo in secondo piano la semplice ripetizione di “formule”.
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