In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Commento
Spirito di santità tienimi unita al Tre volte Santo e aumenta la mia fede in Gesù, per giungere alla felicità che Lui promette.
Nel pensare alla festa di oggi e al Vangelo che l’accompagna si può provare un senso di estraneità, chi di noi si pone tra i santi? E chi non sente difficile vivere come beatitudine gli stati di vita che richiama Gesù? Eppure entrambi gli appellativi ci riguardano, noi siamo i santi e i beati nel momento stesso in cui diciamo di appartenergli e credere in lui. Siamo santi e beati perché di Dio. Lo siamo per chiamata, come dice S. Paolo, non per merito. La nostra santità sta nella certezza che Dio ha cura di noi e ci chiama a vivere nella sua vicinanza e premura. Certamente chi ci ha preceduto nel Regno di Dio è santo perché gode in pienezza della sua presenza, eppure tocca profondamente anche noi! La vocazione alla beatitudine è per chiunque accolga un modo nuovo di pensare, desiderare e amare sull’esempio dato da Gesù. Tutto è possibile se uniti a Lui. Nella fede riconosciamo veritiere le sue parole e sperimentiamo la felicità che nasce dallo stare in comunione con Lui. Oggi la terra festeggia il cielo così come il cielo si rallegra per la terra, l’una é via all’altro. Ogni volta che ascolto questo brano così razionalmente difficile da accogliere mi pongo in silenzio su quel monte e il mio cuore freme per i paradossi stupendi che Gesù rivolge. Egli traccia dei sogni che sento spesso distanti dai miei, eppure li trovo esplosivi perché si coglie che chi parla lo fa con autorità e ciò che promette può compierlo. Mi fido di Lui?
Oggi rileggo lentamente le beatitudini, lasciandomi toccare da quella che più sento viva in me per ringraziare Dio e da quella che sento più dura da comprendere per chiedere allo Spirito di farmi penetrare e trasformare da essa.
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