In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, dì a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Commento
Spirito Santo, donami di gustare la pienezza della vita.
Abbiamo da poco tempo salutato Ilda, una cara amica stroncata dalla malattia, che ha saputo vivere questo tempo con fede, non senza sofferenza, testimoniando la forza che proviene dalla relazione d’amore intessuta e coltivata con il Signore. È proprio a lei che dobbiamo l’intuizione di questo progetto di diffusione del Vangelo del giorno, oggi una possibilità per tantissimi fratelli e sorelle che possono così lasciarsi raggiungere dalla Parola di Dio, creando una comunione che passa anche dalla rete. La sua vita ha parlato veramente di gratitudine ed è quello che hanno raccontato di lei le tante persone che hanno avuto la possibilità di conoscerla. “Quello che hai preparato, di chi sarà?”: mi interroga fortemente la domanda del Vangelo di oggi. E se oggi stesso fosse richiesta la mia vita? Non è l’attaccamento alle cose che il Signore mi invita a coltivare, ma la gratitudine per tutto ciò che mi è dato in dono. Posso anche illudermi di essere proprietaria di quello che ho: gli affetti, le relazioni, i ruoli sociali, la vocazione, il mio corpo, ma prima o poi la realtà bussa alla porta e allora tutti ci accorgeremo di essere poveri. Avere consapevolezza della mia povertà, della fragilità della mia vita, mi porta a non perdere tempo a rivendicare quello che mi spetta, ma a coltivare la gratitudine nei confronti di Dio, del prossimo e del creato. Sono attaccata alle cose o vivo con gratitudine? Penso mai alla fine della mia vita terrena?
Oggi prego con le parole di Sant’Ignazio di Loyola: «Prendi, Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia intelligenza, tutta la mia volontà; tutto ciò che ho e possiedo tu me lo hai dato, e a te, Signore, lo ridono. Tutto è tuo, di tutto disponi secondo la tua volontà: dammi solo il tuo amore e la tua grazia; e questo mi basta».
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