La Gioia del Vangelo

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venerdì 13 giugno 2025

Sant’Antonio di Padova, presbitero e dottore della Chiesa

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Dal Vangelo di Matteo 5,27-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».
Commento
Vieni Santo Spirito, aiutami a farmi dono e a custodire la mia vocazione.

In questo passo di Vangelo, Gesù richiama i suoi a fare un passo ulteriore rispetto a quella che era la legge di Mosè. In Lui, infatti, la legge diventa non più solo un insieme di regole volte ad ordinare la vita e a limitare i danni dovuti alla durezza del cuore degli uomini, bensì strumento per amare il prossimo e Dio.
Etimologicamente, la parola adulterio significa andare verso “altro”: altro rispetto al proprio coniuge, ma anche rispetto alla propria strada e scelta di vita. Non si limita dunque solo all’atto fisico del tradimento, ma è anche il divergere della nostra anima rispetto a ciò che siamo chiamati a fare, cioè la nostra vocazione, che si realizza in particolare nell’amore verso il coniuge o verso la famiglia/comunità in cui viviamo.
La nostra chiamata ci mette alla prova soprattutto nella fatica e nella monotonia della quotidianità, quando emergono limiti e povertà nostre e dell’altro. Siamo chiamati ad abitare queste fatiche con costanza e a realizzare così la nostra vita, amando l’altro proprio lì dov’è più difficile. Questo ci consente di provare a donarci gratuitamente.
Gesù ci chiama dunque a spenderci nella fedeltà fino in fondo per qualcosa di grande, facendo di noi stessi un dono. Raccomanda anche di fare attenzione a non esporre l’altro al peccato, al “pericolo di diventare adultero/a”.
Quando siamo fedeli alla nostra chiamata, infatti, custodiamo anche chi cammina con noi. Mi sento fedele a questa chiamata?

Oggi dico un’ave Maria per la mia vocazione; se sono sposato, la dico con il mio sposo/a.
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