In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Commento
Spirito Santo, soffia ancora una volta sul mio cuore indurito e fanne cuore di carne.
Quante volte ho letto o udito questo brano del vangelo, eppure mai come oggi, mi hanno contaminato alcuni verbi che Il Signore Gesù declina, come nessuno prima e dopo di Lui. I primi: accogliere, parlare del Regno di Dio, guarire, perché non si può parlare del Regno di Dio se prima non lo abbiamo accolto fino alla totale identificazione, fino a farsi Uno in Cristo Signore. In quell' Unità, sempre nuova, sempre da costruire, traguardo mai completamente raggiunto, può nascere, fiorire, fruttificare la guarigione da tutti i malanni, fisici e non, esito del dilagare del disamore che insidia l'umanità senza risparmio di spese. Ed ecco arrivare i verbi, verso i quali converge tutto il vangelo: “ Prese i pani, alzò gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò, li diede ...”. Lo sguardo al Cielo, è la genesi di ogni miracolo, che non si può non benedire, e non v'è dono nella verità che non sia spezzato, così come niente vale se non viene donato. Se abbiamo quello sguardo e quel cuore, accolto e perciò accogliente, sperimentiamo quotidianamente come, vite allo sbando, definite disastrate, una volta alzate al Cielo possano essere bene-dette, spezzate ed offerte in dono, a sfamare un' umanità spesso sazia di beni, ma disperatamente affamata di Bene. Ho quello sguardo e quel cuore?
Oggi, di fronte alle continue, subdole, e cammuffate tentazioni, cercherò di guardare il Cielo, vedendolo riflesso nella Grazia che vive in ogni uomo.
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